Brucia Notre-Dame
15 Aprile a Parigi: Brucia il tetto di legno e la guglia già ricostruita nell’800 di Notre-Dame: la bellissima cattedrale metropolitana di Nostra Signora, Patrimonio dell’Unesco. Forse per un corto circuito elettrico, le fiamme hanno cominciato a divampare su un’impalcatura eretta per il restauro in corso. E’ merito dei vigili del fuoco se è rimasta intatta la struttura completa comprensiva della facciata e i due campanili. All’interno salvi l’altare e la croce.
I francesi hanno visto sparire nel fumo il loro simbolo. La loro commozione di canti e preghiere in quel rogo è stata ripresa minuto per minuto. Così è entrata in tutte le case e all’istante ci ha toccato il cuore.
Io, quella chiesa, me la ricordo come fosse ieri con quella sua architettura del primo stile gotico. Fui subito affascinata dalla sua elevazione slanciata dovuta agli archi rampanti che controbilanciavano l’energia spingente degli archi e delle volte. D’altronde l’avevo già conosciuta nei miei studi d’arte: pianta a croce latina col suo matroneo e
le cinque navate che in una chiesa gotica è un’eccezione… Ripercorrerla dal vivo in ogni suo particolare fu come una verifica esilarante.
Era la prima volta che visitavamo Parigi. Tutto era bello. Tutto era romantico. Eravamo lì con dei nostri amici. Noi eravamo l’unica coppia impegnati da pappe e pannolini nella cura del nostro bambino. Ma questo non c’impediva di viaggiare tanto più che il piccolo non era per nulla tignoso anzi, sembrava a suo agio nell’andare di qua e di là e su e giù dalla metropolitana.
Eravamo lì per visitare tutto ciò che era possibile: Notre Dame, il Museo del Louvre, il Museo D’orsay, Montmartre, La Tour Eiffel, gli Champs Elysèes … In così pochi giorni , siamo addirittura andati alla Reggia di Versailles.
Era Aprile e gocciolava quasi sempre una fitta pioggerellina molto leggera. Ricordo Marco nel suo zaino porta bambino trasportato in spalla dal padre con l’ombrello aperto perché non si bagnasse. Ma era del tutto inutile. Il piccolo si sporgeva in fuori con la linguetta e la boccuccia aperta. Più si allungava verso la pioggia e più destabilizzava l’equilibrio che il genitore aveva riconquistato a fatica poco prima. Io li guardavo innamorata di tutti e due e sorridevo sotto i baffi. Il Pensiero di mio figlio che mostrava già di avere un bel caratterino, mi aveva incantato, tanto quanto le viste di quella città per me più suggestiva al mondo.
Già! Ho pensato che è perfino curioso: Ha resistito alla guerra dei cent’anni, a quella dei trent’anni, alla rivoluzione e a due guerre mondiali; ha resistito a terremoti, al caldo e al gelo, a milioni di persone che l’hanno calpestata e invasa; Ha resistito perfino ai Francesi, che quanto a cura sono anche peggio di noi! Ha resistito a tutto per quasi otto secoli e ha rischiato di essere distrutta da un piccolo incidente di bassa tecnologia.. Curioso! E’ andata bene.
Ora ricostruiranno quello che si è rovinato e fra qualche tempo altri milioni di persone torneranno a invaderla. Alzeranno gli occhi per vedere quanto è grande, con quel misto di meraviglia e soggezione che tanta storia e il passato raggrumato tra gli archi e le pietre, sempre incutono. Perché qui il passato stenta a scorrere via, si è fermato e lo si avverte ancora. Così è, per me, Notre Dame, dove il tempo per un po’ si ferma e dà l’illusione di essere eterno.
Ciao Giu felice di averti in questo mio spazio. Grazie di aver espresso un tuo pensiero!